
Nei primi nove mesi del 2025 le vendite all’estero dall’area fiorentina aumentano a valori correnti del +48,2%, passando a 25 miliardi dai 16,9 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. La performance si deve soprattutto al settore farmaceutico, al netto del quale si registrerebbe un calo del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Ma il farmaceutico rappresenta per quota oltre la metà, il 55,2% delle vendite all’estero dell’area fiorentina, e la sua straordinaria crescita nel periodo, +173,3%, spinge il dato complessivo delle esportazioni fiorentine ad alti livelli positivi. Da evidenziare che Firenze è la provincia italiana che esporta di più negli Usa, con oltre 5,7 miliardi di euro e una crescita del 30%, trainata sempre da medicinali e preparati farmaceutici. “Oltre al farmaceutico – commenta il segretario generale della Camera di commercio di Firenze Giuseppe Salvini - cogliamo segnali positivi anche nel rallentamento della crisi della pelletteria, nella crescita a doppia cifra della meccanica strumentale e di quella più contenuta ma interessante del calzaturiero – È evidente che serve un tempo più lungo per valutare a pieno le ricadute sulle vendite fiorentine all’estero dell’inasprimento dei dazi Usa, delle guerre purtroppo non solo commerciali e della crisi geopolitica mondiale”.
L’elaborazione è del Centro studi della Camera di commercio su dati Istat. Discreta la capacità di tenuta e ripartenza della meccanica strumentale (+15,5%), mentre rallenta la crisi della pelletteria (-7,1% rispetto al -22,2% dello stesso periodo dell’anno prima) e crescono del 6,6% le calzature. Da contraltare alla perdita delle esportazioni, il dato delle importazioni che sono in terreno positivo (+1,7%), anche al netto del farmaceutico. Considerando pure questo fondamentale settore, l’incremento delle importazioni risulta intenso: +112% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima con un valore, cumulando i primi tre trimestri, che sale ad oltre 21 miliardi. “Questo dato non risente più dell’aumento dei prezzi all’import, in via di ridimensionamento, ma del peso sempre più pesante del traffico di perfezionamento interno al settore farmaceutico”, annota il Centro studi camerale. In aumento complessivamente del 953,9, in gran parte legato ai prodotti medicinali di base, le importazioni dalla Cina da cui arriva un terzo del valore degli acquisti all’estero (il 32%), quota inferiore solo a quella degli Usa (40,4%).
Camera News n. 22/2025 (16-31 dicembre)
